Perché ho voluto parlare delle persone vissute nel mio paesino

Ogni volta che torno al paese mi piange il cuore a vedere tante case abbandonate e penso a come un tempo erano vive e affollate. Mi chiedo spesso se la gente ricorda ancora le persone che ci hanno vissuto e mi piacerebbe far sapere di loro ai ragazzi di Montelongo che sono nati dopo la loro scomparsa. Un tempo le strade erano molto affollate e c'erano sì litigi sulle strade, ma quando qualcuno aveva bisogno, si dimenticavano i dissapori e c'era sempre qualcuno, anche quelli con cui c'erano stati dissapori, pronti ad aiutare chi era in necessità. Le mamme con figlioletti potevano sempre contare su qualche signora anziana disponibile ad accudire i piccoli tenendoli sulle ginocchia, cantando canzoncine o raccontando loro storielline. Ora gli anziani, e non solo nel mio paesino, sono chiusi in casa, o relegati negli ospizi a sentirsi di gran peso per i figli o per chi deve prendersi cura di loro.
E' triste questa realtà, ma alternative non ci sono. I figli se sono lontani per lavoro non possono stare vicino ai genitori e i genitori sono talmente legati al luogo dove hanno trascorso tutta la loro vita che, trasportarli nelle città vicino ai figli è un atto di violenza.
A Montelongo mi piace tornarci tutte le estati almeno per un mese. La vita frenetica in città con i figli da portare di qua e di là, la casa che, anche se non sono maniaca delle pulizie, mi impegna non poco, il lavoro e gli altri impegni mi esauriscono completamente le energie. Per cui ho proprio bisogno di "staccare" un po' di giorni in un posto che sento che mi appartiene, dove sono costretta a rallentare e in questo paesino è facile rallentare, basta guardare il ritmo della gente nel fare le cose quotidiane... come in questo video il tempo a Montelongo è ben scandito nell'arco dell'anno. C'è il momento della "salsa" di pomodori, il momento della "raccolta delle olive" per fare l'olio, il momento del "maiale" per ottenere degli insaccati, prosciutti e altri prodotti artigianali saporiti.

Insomma, a ogni stagione c'è un lavoro da fare.

Al cimitero di Montelongo non ci sono tutte le persone scomparse, e se ci sono non so dove sono state seppellite. Mi piacerebbe che queste persone non scomparissero completamente dalla memoria dei Montelonghesi. Credo che scrivendo qualche aneddoto di ognuno di loro, sia possibile farli rivivere per sempre. Il mio desiderio, raccontando aneddoti a volte ricamati dalla creatività degli abitanti nati in quella terra, è di NON DIMENTICARE queste persone. 

Leggendo le storie delle persone di cui vi racconto, si capisce come si viveva quando non esisteva la tecnologia. 

Oggi si passa molto tempo davanti alla TV o al cellulare, 40, 50 anni fa, le persone CREAVANO storie , diciamo che passavano il tempo a RICAMARE storie che a quei tempi facevano anche soffrire, ma oggi fanno sorridere e leggendole si prova tanta tenerezza. Sono storie di persone semplici e genuine.

Mi capita di ricevere mail da persone nate a Montelongo, ma emigrate nei paesi più lontani. Mi scrivono da San Francisco, Francia, Belgio Inghilterra e, leggendo durante i mesi d'inverno le storie delle persone vissute al paese, mi ringraziano dicendo che quei racconti riscaldano loro il cuore. 

Usando i sopranomi e raccontando gli aneddoti che spiegano a volte l'origine dei loro sopranomi, si sentono più vicini alla loro terra e spesso hanno voglia di tornare al paesello per toccare e sentire il profumo della terra dove hanno le radici.