Caso K

K. è stata bocciata in prima media. Dice molte bugie, a volte molto gravi, per attirare l'attenzione degli adulti: una volta ha detto che l'insegnante di musica le aveva fatto delle avances, per cui, quando sono arrivata mi hanno consigliato di mantenere le distanze dalla ragazza.... ma questo non è nella mia natura. Spesso la vedo molto agitata e litiga con i compagni. Un giorno ha anche scaraventato un banco verso un compagno per il quale prova dell'attrazione. Decido di farle fare un esercizio yoga di rilassamento e alla fine la ragazza dice che quel silenzio non lo sente mai perchè a casa (un tri-locale) sono in 11. Un giorno K. a scuola dice allo psicologo  che suo padre abusa di lei. Lo psicologo informa la responsabile di plesso la quale, non sapendo cosa fare informa le persone che dovrebbero saper gestire la situazione: "l'assistente sociale" la quale viene immediatamente a scuola, preleva la ragazza e nessuno ha più informazioni di lei, nemmeno la madre. Parlo con la madre della ragazza la quale, a ragione, mi dice: perché adesso che accusa mio marito tutti le credono e quando ha accusato il professore nessuno le ha creduto?"
Dopo un mese la ragazza scappa dal luogo dove era stata trattenuta. Il lunedì arriva la madre con K. a scuola, ma dagli assistenti sociali non c'è stata nessuna comunicazione! Nessuna spiegazione! NIENTE!!!  per fortuna siamo alla fine dell'anno!!!
Vorrei sottolineare che la responsabile di plesso di questa scuola è una donna dolcissima, che ha un'attenzione per tutti i suoi alunni. Insomma, è più di una mamma. E' proprio una donna di cuore, però non sapendo come stavano le cose, quando ha visto arrivare la ragazza il lunedì mattina le è andata incontro, la ragazza si aspettava un minimo di accoglienza, ma lei le ha solo detto che il vestito che indossava non era consone al contesto scolastico. Durante un colloquio con la madre qualche giorno prima, la signora tra le lacrime mi aveva detto: "purtroppo non abbiamo possibilità economiche, ma pur di averla di nuovo a casa, le comprerei il vestito che ha visto il mese scorso in vetrina. Costa tanto, ma voglio di nuovo mia figlia con me, dei soldi non mi importa niente. Voglio che lei sia felice!". Ebbene, qualche giorno dopo il suo ritorno a scuola K. mi ha detto che il lunedì, era venuta a scuola col vestito che sua madre le aveva comprato come benvenuto a casa."