noi prof. di tutto, di più e poi scoppiamo letteralmente!

02.06.2011 22:37

30 maggio incontro di dipartimento per decidere le prove d'esame da sottoporre agli alunni che devono fare gli esami di terza media.

Arrivo a scuola alle 14.30. Entro nell'aula dove sono già riunite alcune colleghe. Due di loro stanno correggendo frettolosamente delle verifiche. Mancano solo due giorni agli scrutini.
La collega di inglese non alza nemmeno gli occhi per salutarmi e io, pensando che di alcuni alunni ho solo una verifica, mi sento molto in colpa.
La collega di francese si è sposata la settimana scorsa e mi ha detto che si è portata le verifiche di una classe da correggere durane il viaggio di nozze.
Penso che in totale ho sì e no 2 verifiche nell'arco di tutto il secondo quadrimestre. Se il DS me le chiede, sono bella e che fritta.
Mi siedo e il collega "patito" di LIM e programmi vari ci presenta delle pagine che dovremo compilare per ogni nostro alunno. Fa scorrere il mouse fino in fondo e leggo che le paginette da crocettare e compilare sono due. Allora oso dire "ma son due per ogni alunno " penso che, ho solo tre classi ma comunque dovrei compilare 120 fogli e la coordinatrice dovrebbe leggerle tutte! io che detesto la burocrazia e so che questi fogli nessuno li legge e a nessuno importa niente dei problemi dei ragazzi... mi sento girare la testa.. visto che non sono un maschio!il prof. ci tranquillizza dicendo di aspettare a contestare.
Una collega seduta dietro di me dice con voce preoccupata "sta male! lei sta male!" riferendosi alla collega di inglese che è seduta dietro di lei.
C'è scompiglio in aula. Io mi avvicino per vedere cosa le sta succedendo.
Ricordando quello che ci è stato detto durante il corso di primo soccorso che ho frequentato alla croce rossa di Pavia,qualche mese fa, faccio allontanare tutti e dico loro di fare silenzio e aprire le finestre.
La collega è tutta irrigidita, con il mento piegato in giù. Le braccia e la faccia si girano verso sinistra e dico subito di chiamare il 118. Non c'è bisogno di sentire il polso perché si sente il rumore del battito del cuore con altissima frequenza.
Cerco di tranquillizzare la persona dicendole che non è niente di grave. La tensione dei muscoli sembra diminuire. Ma dopo pochi secondi la collega si irrigidisce ancora di più e scivola dalla sedia a terra. Io l'accompagno fino a terra, e dopo pochi secondi la sua faccia diventa rossa, quasi viola. Qualcuno vorrebbe alzarle le gambe, ma se il flusso del sangue è verso la testa bisogna sollevarle la parte alta del corpo per far defluire il sangue verso il basso, altrimenti, penso, rischia veramente un ictus cerebrale.

Nel frattempo qualcuno dice che la collega da qualche giorno soffre di pressione alta, ma lei l'ha sempre avuta molto bassa.

Dopo pochi secondi il viso torna normale e lei sembra stia migliorando, ma d'un tratto smette di respirare, e sembra che il cuore sia fermo. I suoi occhi fissano il vuoto. La collega che mi sta vicina dice "non respira! sembra morta!" io urlo ancora di chiamare il 118, tutti scappano dalla stanza dicendo che la collega è morta! Vorrei provare a sentire il battito, ma nello scompiglio non so più cosa fare e penso a quello che ci hanno detto al corso "NEL DUBBIO, MEGLIO PRATICARE IL MASSAGGIO CARDIACO!" mi posizione per praticare il massaggio, non c'è tanto tempo al corso ci hanno detto che dal momento in cui manca il polso abbiamo solo 45 secondi di tempo per intervenire, se l'ossigeno non arriva al cervello, di certo ci saranno danni al cervello con gravissime conseguenze... ma penso "e se sbaglio a farlo e le causo io la morte?" che fare??? che dubbi! una collega che è al mio fianco mi dice "vai Santina!" ed io inizio subito il massaggio... penso che durante le esercitazioni riuscivo a fare solo 5 o 6 serie di massaggi e ventilazioni.. chi mi darà il cambio quando non ce la farò più? come farò la respirazione bocca-bocca se lei continua a tenere la bocca serrata? per fortuna dopo 15 massaggi la collega ricomincia a respirare molto lentamente. Interrompo immediatamente il massaggio e vedendo che sta schiumando dalla bocca e i suoi occhi si stanno girando ancora all'indietro, la metto in posizione di sicurezza (sul fianco destro). La collega fa fatica a respirare allora le tiro indietro la testa per facilitarle il respiro, la sua bocca è serrata allora cerco di aprirgliela schiacciando le guance, ma non riesco ad aprirla, quindi, anche se al corso dicevano che avrei rischiato di farmi mozzare il dito, le metto il dito in bocca per permetterle di respirare. Ma fermo il dito solo fino al punto in cui c'è l'unghia. Pian piano la collega respira meglio e si sta riprendendo... finalmente arriva l'ambulanza.
La collega viene portata in ambulanza quando è ancora in semi coscienza ma si sveglia completamente quando è già nell'ambulanza. E' molto agitata e dice che soffre di claustrofobia e vorrebbe prendere la sua macchina per tornare a casa. La dottoressa le dice che DEVE farsi portare in ospedale ... "lei è una prof., vero? e sa che bisogna obbedire, vero?- ma la collega è ancora molto agitata per tutto quello che le è successo. Io cerco di calmare le acque ma tutti attorno dicono che la prof. ha un carattere difficile, che rifiuta di fare quello che le viene detto.
Io chiedo il permesso di parlarle da sola senza essere interrotta, ma inutilmente...
Con lo sguardo, chiedo a un signore della croce rossa di far tacere tutti e lui dice "adesso per 2 minuti non parla nessuno!" stiamo in silenzio per un po' e poi inizio a parlarle "A. ti ricordi quando eri in aula e stavi correggendo delle verifiche? poi abbiamo iniziato la riunione e il prof. M ci ha mostrato delle tabelle da compilare che noi non approvavamo? poi ad un certo punto ti sei sentita male!" La collega mi risponde che ad un certo punto le girava la testa e io le dico che se lei prende la macchina e mentre guida le succede la stessa cosa, rischia tanto. Inoltre il 118 è stato chiamato e se la lasciano andare e poi lei ha di nuovo quella reazione, loro rischiano la galera. Per cui è necessario che lei vada in ospedale per fare degli accertamenti.

Finalmente la collega sembra convinta di farsi portare in ospedale.

Dopo 2 giorni vado in ospedale al reparto neurologia a vedere come sta la collega.

La trovo in buone condizioni e mi dice che sente un forte dolore al petto e io le dico che probabilmente è dovuto al massaggio cardiaco che le ho praticato a scuola.

Poi le chiedo di raccontarmi cosa ha sentito in quei momenti e mi risponde che ricorda solo che era seduta, il collega ci diceva di non contestare quello che ci stava mostrando e ad un tratto ha guardato gli alberi fuori dalla finestra ed ha sentito il sangue che scendeva giù, ma di tutta la discussione avuta sull'ambulanza non ricorda niente: Dice che riesce a ricordare solo quello che ci siamo dette da quando abbiamo imposto un silenzio di 2 minuti; cioè da quando l'ho fatta risalire al momento in cui lei stava correggendo le verifiche prima che iniziasse la riunione.

I giorni successivi a questo incidente per per me sono stati molto difficili: ho faticato molto a dormire la notte perché pensavo ai rischi che ho corso se le cose non fossero andate per il meglio. Le domande che rincorrevano i miei pensieri erano: e se non fosse stato necessario praticare il massaggio cardiaco e per accidente avessi rotto una costola alla collega, cosa sarebbe stato di me? chi mi avrebbe discolpata per un danno che avrei causato a quella persona? So benissimo che pur ripromettendomi di non intervenire in caso mi trovassi di nuovo in questa situazione, non riuscirei a non intervenire, ma come dovrei comportarmi per non rischiare conseguenze a mio discapito?Per fortuna prima di quella data avevo già sistemato tutto per a fine dell'anno scolastico: i registri erano aggiornati, e i voti li avevo trascritti, ma in classe arrivavo stanca per le notti insonni.
Ho chiamato ripetutamente la collega per sapere come stava e ho provato ad informarmi all'ospedale dove era ricoverata, per sapere se il mio intervento è stato utile o se avrei dovuto comportarmi diversamente, ma per la "privacy" nessuno mi ha dato una risposta.
Un giorno trovo finalmente un po' di tempo per recarmi alla Croce Rossa per sapere come avrei dovuto comportarmi per fare in modo che io venissi sollevata da ogni responsabilità in caso fossi intervenuta in odo sbagliato...e finalmente ho una risposta! anche se è stata una delle prime cose che ci avevano detto durante le lezioni di BLS, io l'avevo completamente rimosso.
Lavorando spesso con i ragazzi ed i bambini a scuola, in Oratorio e durante i city camps che organizzo durante l'estate, avevo pensato di frequentare il corso della C.R. giusto per avere un'idea di cosa NON fare in caso un ragazzino cadesse e si facesse male, non avrei ma pensato di trovarmi a così breve tempo dalla fine del corso, nella situazione di dover praticare un massaggio cardiaco ad una collega.
Comunque, in caso una persona anche tesserato della CRI dovesse trovarsi nella situazione di soccorrere una persona deve: 1. controllare se la persona è cosciente, se non lo è chiamare immediatamente il 118 e con il personale del 118 in linea descrivere quello che sta succedendo alla persona che necessita di soccorso ed eseguire quello che gli viene detto dalla persona che è al di là del telefono. In questo modo, la responsabilità delle decisioni rese per l'intervento ricade tutto sul 118 e non sul soccorritore.

Ritenendo questa informazione di grande importanza, durante l'ultimo Collegio Docenti, ho cercato di informare alla platea di colleghi, ma ho fatto molta fatica a prendere la parola, il clima era molto teso forse per la stanchezza di fine anno o non so che cosa, per cui non so quanti sono riusciti a captare il mio messaggio.
Altra informazione che avrei voluto dare, ma che non sono riuscita a dire ai colleghi riuniti poiché c'era scompiglio totale, è che se si fa il corso di BLS dopo un po' di tempo se non lo si pratica lo si dimentica, per cui il 118 (presso l'Ospedale) dà la possibilità ai professori o altre categorie di lavoratori che si trovano spesso a lavorare con tanta gente, è possibile fare delle lezioni di tanto in tanto per rivedere come praticare il BLS senza dover frequentare di nuovo il corso.