Attività svolta con i bambini di Montelongo o con i figli di persone nate in paese: Manuela e Giovanna Blanco, Alessandro di Como (nipote di Reginella), Benedetta (di Torino), Marianna (mia figlia), Alessandro Dell’Uomo (mio nipote).
In televisione si parla spesso di incendi, per cui quest’anno ho pensato di lavorare sul rispetto dell’ambiente.
Sono andata al supermercato di Larino a prendere dei fogli di cartone, sui quali ho fatto scrivere ai ragazzi delle frasi riguardanti la natura. Loro ne hanno inventate alcune molto belle e in rima: “Se ami la natura, essa ti porterà fortuna” – “L’albero è vita” – “L’albero ci dà ossigeno” – “La natura è un dono di Dio, rispettala!” – “Ai bambini del futuro regaliamo un mondo puro”.
I ragazzi hanno lavorato due pomeriggi per colorare questi cartelloni.
Ho espresso il desiderio di far piantare degli alberi ai bambini e un signore mi ha ceduto un pezzo di terra (circa 10 metri quadrati) vicino al suo giardino, dicendomi che è di sua proprietà ma che non ha bisogno di usarlo.
Qualcuno mi ha detto di diffidare di lui, ma io voglio essere ottimista, perciò ho accettato. Sono andata a Termoli a comprare sette piantine di alberelli (due querce, un salice piangente, un pino, un nocciolo e due meli). Tutte le persone a cui parlavo di questo progetto mi scoraggiavano: mi dicevano che non era il periodo giusto per piantarli, che sarebbero seccati perché troppo piccoli e delicati e che quella terra non andava bene perché troppo sassosa. Ogni volta rispondevo: “Non mi importa cosa succederà: se anche dovesse sopravvivere un solo alberello su sette, per me ne sarà valsa la pena. Comunque, l’importante è passare il messaggio ai bambini!”.
Ho videoregistrato il momento in cui i bambini hanno piantato gli alberi e per me è stata un’esperienza molto bella.
Se volete potete non crederci, ma per me, a un certo punto, c’è stato un segnale dal cielo: i giorni precedenti e successivi all’attività sono stati di caldo insopportabile, ma proprio mentre i bambini zappavano per fare la buca dove piantare il loro alberello si è aperto uno squarcio tra le nuvole e, in lontananza verso il mare, per pochi minuti abbiamo visto un arcobaleno. Per me è stato un segno meraviglioso dal cielo.
La domenica sono andata da Don Fernando e gli ho chiesto di venire a benedire gli alberelli (ho anche registrato la preghiera).
Ogni volta che torno al paese vado in fondo al quartiere La Costa a vedere come stanno i miei alberelli e a strappare le spine che arrivano a misurare anche un metro e mezzo. Dei sette alberi ne sono sopravvissuti tre (due meli e il pino). Il salice piangente, piantato da mio figlio Leonardo, è stato il primo ad appassire.
Per tre anni, ogni volta che tornavo al paesello, andavo a pulire il pezzettino di terra dalle sterpaglie. I bambini non l’hanno mai fatto. Mio padre lo faceva a volte, ma poi si stancò e, dopo poco tempo, tutti gli alberelli si seccarono.