E. 'a v'zzoc

Era una signora molto alta e magra che abitava nella stradina di fronte alla casa dei miei genitori. Non era stata mai sposata, perciò la chiamavano 'a vzzoc (la zitella). Sua sorella e suo fratello si sono sposati e sono andati ad abitare in America, lasciando lei a casa con i genitori anziani da accudire. Nonostante scrivere per lei fosse molto faticoso perchè era illetterata, non avendo il telefono ed essedo quello l'unico modo per mantenersi in contatto coi i parenti in America, tutti i giorni scriveva lettere o leggeva quelle che riceveva dai fratelli.

Quando morì suo padre al quale era molto affezionata , decise di trasferirsi in America dove viveva la sorella. Ricordo tutti i preparativi prima di partire e la sua preoccupazione per il suo viaggio in aereo. Pianse tanto quando venne a salutare mia madre e le disse "chissa se mai rivedrò la mia casa"
Dopo qualche anno tornò al paese, ma disse che sarebbe ritornata in America da lì a poco. Era venuta solo per sistemare alcune cose burocratiche. Alla sua nuova partenza lei e mia madre si abbracciarono e piansero ancora per la separazione. Lei disse che molto probabilmente non si sarebbero più viste.
Dopo qualche tempo telefonai a mia madre da Pavia e le chiesi se aveva notizie di E. e mamma mi disse che poco tempo dopo che arrivasse in America aveva notato delle macchie che le ricoprivano il corpo e dalle analisi risultava un tomore al sangue. E. morì poco tempo dopo. Le sue ossa riposano in America e al cimitero c'è la sua foto, se non sbaglio vicino a quella di suo padre.
Non dimenticherò mai quando da piccolina mi chiamava con la mano dicendomi a bassa voce "vieni sù Santina, non farti vedere da nessuno che ti dò una cosa buonissima". Con la curiosità e la golosità di una bimba di 4 anni io salivo in casa da lei e lei mi offriva una tazzina da caffé piena di cacao dolce. Non ho mai capito come mai lo diceva con quell'aria misteriosa, ma era bello pensare di fare una cosa di nascosto da mia madre..