Zia Franceschella o zia Kella

Zia kella abitava nel vicoletto proprio di fianco al comune.

Dal Comune in via Re Umberto, andando verso la Chiesa Madre, è la prima stradina chiusa che troviamo a sinistra.
Quando ero piccola passavo tanto tempo con Zia Kella che era la seconda moglie dello zio di mia madre, fratello di N'culin 'u scunient.
Zia Kella la ricordo molto bassa di statura, magra e con un solo dente in bocca. Le sue dita erano coperte ormai solo da uno strato di pelle ringrinzita ed io mi divertivo a pizzicarla per vedere come la piega restava sollevata. Vestiva sempre di nero e sopra la gonna aveva sempre un grembiule a fiorellini.
Sotto il grembiule appendava la chiave della sua casa che era lunga almeno 20 cm, di ferro e un largo buco l'attraversava tutta. Ricordo che lei mi insegnò a fischiare soffiando nel buco della chiave.
Lei mi insegnava tante cose, "perché - diceva - le ragazze che sanno fare tutto trovano subito un marito". A quei tempi l'obiettivo principale delle ragazze era trovare un marito per "sistemarsi" e cioè per poter andare via dalla casa dei genitori e sentirsi "LIBERATA" anche se poi,0 in realtà, si sfuggiva da un ambiente per andare poi a chiudersi in un'altra casa, magari anche con la suocera tra i piedi! Così oltre alla propria madre bisognava star sottomessa anche al marito ed alla madre del marito!
Ricordo che in una cameretta c'era un letto singolo che era stato di suo figlio prima di sposarsi ed andare a vivere a Roma. Sotto il letto conservava delle cassette con della frutta secca buonissima: uva spina, uvetta secca, nespole secche, fichi secchi... MMMMMMMMMHHH che buona, specialmente se la mangiavamo di nascosto. Eh sì, i bambini le cose proibite le gustano sempre meglio delle cose che vengono loro offerte!
Ricordo che una notte volli dormire insieme a lei nel suo lettone. Il materasso era proprio come quello che si usava in tempo di guerra. Dormii poco quella notte perché oltre a sentirmi punzecchiare, ogni volta che mi rigiravo nel letto, sentivo un rumore molto fastidioso.
Il mattino seguente mia zia si alzò e la prima cosa che fece fu di risistemare il letto. Tolse le coperte e le lenzuola e le appoggiò sul davanzale della finestra, poi prese una scopa, inserì il manico in un'apertura del materasso e cominciò a muoverlo energicamente. Mentre scuteva l'interno, dal materasso uscirono delle foglie lunghe, larghe e secche. Erano foglie di granturco. EBBENE sì, l'imbottitura del materasso era fatto interamente con foglie secche di granturco. Così mi spiegai il perché dei pizzicotti e del rumore fastidioso.
Le canzoni popolari che mi insagnava riguardavano sempre le ragazze che cercavano marito.
" ecore della mamma, core d'a mamma seja, duman vè lu sposu e se ne porta la figlia meja.. e quand la fija meij lavava li panni, li scuopp si sentiv'n à la muntagna.. e cor de la mamma, core d'a mamma seja duman vè lu sposu e se ne porta la figlia mej ah ah ah ah ah ah aha ah!